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che ora vi dirò, ne fui, già sono molti dì, pienamente informato da persona degna di fede, che tutta la comedia sapeva. Dicevi adunque che sotto il pontificato di Alessandro VI fu in Roma un cittadin romano chiamato Marco Antonio, il qual essendo assai ricco di possessioni e bestiami, prese per moglie una Faustina romana, di sangue e di ricchezze a lui convenevole, ma molto più audace e scaltrita che a donna non conveniva. Avvenne che, non dopo molti dì, Marco Antonio vide una giovane maritata ad un altro cittadin romano, tenuta in quei tempi de le più belle di Roma, ma assai poco dal marito amata. Egli non prima la vide, che de la vaga bellezza di lei oltra misura s’accese, e tanto da l’ingordo appetito trasportar si lasciò, che tutto il suo amore pose in costei, e senza la vista di quella non gli pareva di poter vivere. Il perchè, gettata dopo le spalle ogni altra cura, solamente a questa attendeva, passandole bene spesso dinanzi a la casa, e di continuo la chiesa ove ella andava frequentando. Dopoi, parendogli aver da lei assai buon viso, con messi ed ambasciate la teneva assai sollecitata. Nè di questo contento, essendo assai ricco, con doni a più alta donna che ella non era convenevoli, ai suoi piaceri farla pieghevole si sforzava. Ora, a lungo andare, la giovane, che Cornelia era detta, ed ancora non si era lasciata intendere, al suo amante mandò, dicendo che quando egli non avesse avuta moglie, che ella sarebbe presta ad ogni sua voglia, e che abbandonarebbe il marito, fuggendo ove a lui più fosse a grado. Il marito di Cornelia era un giovine sgherro e di mala vita, che di lei nulla si curava, ma tutto il dì per quanti chiazzi erano in Roma spendeva vituperosamente il suo. Intesa questa risposta Marco Antonio, essendo de l’amor di lei accecato, cascò in umore di voler la moglie uccidere e con Cornelia fuggirsene, ma prima vender tutto quello che poteva e farsi una buona manica di denari per aver modo di vivere. Fatta questa malinconica deliberazione e in quella fermatosi, per un suo messo fece il tutto intendere a Cornelia, promettendole che mai non la abbandonarebbe e che tanti danari e gemme portarebbe seco, che potriano allegramente ove più loro piacesse starsi. Piacquero tutte queste cose a Cornelia, come a colei che voglia aveva, come fanno i falconi, di sorare, e l’animo suo a Marco Antonio fece intendere. Egli udendo questo, a ciò meglio in arnese si trovasse e potesse con più colore vender il suo, diede voce che voleva diventar mercadante e andar con certi genovesi in Soria. Cominciò adunque oggi una cosa e dimane un’altra a vendere, e del tutto, per più tosto spedirsi, far

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