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sua moglie e l’ingannatore di quella che tanto mostrava amare. Tu presumi da me voler piacer nessuno, cui già lasciasti come vil sterco gettar in mare? Tu hai ardire venirmi innanzi? Va via col diavolo, che in anima ed in corpo ti possa egli strascinare. – Sforzandosi a la meglio che puoteva il povero Marco Antonio di placarla, ma tanto mai far non seppe che ella volesse prestargli il mortaio per far salza, e così da lei scornato se ne partì. Egli nel vero era pur sciagurato, trovandosi in un medesimo tempo aver la moglie e l’amica in chiazzo e vedersi da tutte due negato quello che a mille mascalzoni e furfanti davano per un baiocco. Veramente ogni vituperio gli stava bene, chè essendo egli marito di bella ed onesta donna, non contento degli abbracciamenti di quella, ricercò gli altri, e, come si suol dire, voleva meglior pan che di grano. Nè pertanto si vuol dir che Faustina meriti altro che biasimo, chè per cosa che le volesse far il marito, non deveva d’onesta divenir disonestissima. Ora, partito Marco Antonio da Cornelia e pensando al tempo passato, ritornò sui primi amori e più che mai di lei s’accese. E parendogli che senza quella ei fosse senza vita, tentò con mille modi di sviarla da colui che la teneva. Il buon compagno, che da le vetture di Cornelia traeva non picciolo profitto, tenne modo, sapendo che Marco Antonio teneva una femina in chiazzo, di far intendere a quella come il suo uomo si diportava. Faustina, informatasi chi fosse colei e trovato che era Cornelia, dubitando che egli con quella un’altra volta non se ne fuggisse e parendole oggimai del marito a sufficienza essersi vendicata, deliberò a così lunga e vituperosa comedia por fine. Ella trovò modo, per via di certi mercadanti, di scrivere a Roma ad una sua zia, che era d’un monistero di sante donne badessa. La quale ricevute le lettere de la nipote, che morta credeva, fece quanto ella ricercava e scrisse a Marco Antonio, che per suo utile e beneficio grandissimo se n’andasse vestito da peregrino a Roma e facesse capo al monastero. Erano le lettere molto calde ed efficaci, e sapeva Marco Antonio che chi gli scrisse era donna d’ottimo nome. Il perchè in lei avendo grandissima fede, la cui prudenza ed autorità in molte cose di momento aveva esperimentata, deliberò uscir del vergognoso ufficio che faceva e piantar la catalana e ridurre Cornelia a Roma. Avuto adunque modo due e tre fiate di parlar seco, tanto le seppe dire, che ancor ella, bramosa d’uscir di tanti stenti, si dispose di andar con lui a Roma. Faustina, che tutto il dì gli aveva gli occhi a dosso e sapeva la trama che ordiva, fingeva di non avvedersi di cosa che egli facesse.