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badessa: – Nipote mia cara, leva gli occhi e mira se conosci costui che qui meco ragiona. – Ella vergognosamente levati gli occhi e tutta in viso cambiata: – Oimè, – disse, – madre mia, questo è quello scelerato, che Dio gli perdoni, di mio marito; – e questo dicendo, con abondanti lagrime, di grandissima tenerezza diede segno. Marco Antonio, di romano diventato da Goito, dirottissimamente piangendo se le gettò a’ piedi, ad alta voce mercè chiedendole. E se non fosse stata la grata di ferro, come pazzo se le sarebbe avventato al collo. Madonna Faustina, che si vedeva in porto, pareva che quasi sdegnata nol volesse udire. Ma la badessa e tutte le monache, che già avevano de la santa vita di Faustina reso testimonio, tanto fecero, che ella, ben che alquanto ritrosetta, lui chiedente perdono accettò e gli rimise ogni ingiuria, con questo perciò, che egli mai più d’altrui donna non s’impacciasse. Fatto questo si diede ordine che il bando fu casso, e ser uomo, intendendo il voto che Faustina fatto aveva, impetrò la dispensa che egli per lei andando a Loreto scalzo al voto sodisfacesse. Avvenne in questo, che il marito di Cornelia, a Ponte Sisto, in casa d’una meretrice fu ucciso. Il perchè, avendo ella da Marco Antonio inteso lo stupendo miracolo di Faustina, ella, non meno di lei scaltrita, seppe sì ben adattar le cose sue, che trovò modo di far credere che era fuggita dal marito per la mala compagnia che egli le faceva, e che sempre era stata in compagnia d’una vedova vecchia sua parente, e che ora, intendendo il marito esser morto, era uscita di pregione. Fu facil cosa a far credere il tutto, non ci essendo chi troppo sottilmente le cose investigasse. Marco Antonio menò Faustina a casa per buona e santa, la quale in mare e in terra e nel publico chiazzo aveva veduta sottomettersi a mille mascalzoni, ed egli per publica meretrice governata aveva e molto spesso a vettura data. Cornelia stette un anno in abito vedovile e dapoi si rimaritò assai onoratamente. E tutte due dai mariti loro erano per sante tenute, sì bene seppero queste due favole loro adornare. E per me io non so che me ne dire, se non pregare Iddio che tutti ci guardi di cascar ne le mani a simil donne, che fanno del nero bianco e del bianco nero. Non so poi che mi dire de la santa madre badessa e de le dui madri vecchie che sì affettuosamente finsero le menzogne e santamente le confermarono. Non nego già che non fosse opera lodevole e santa di reconciliare marito e moglie insieme, che tuttavia mi par opera pia e da esser commendata; ma non vorrei che con falsi miracoli queste paci si facessero, chè par a punto che l’uomo voglia scherzare con Domenedio

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