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imparentarsi. Ed essendo a casa andato, a la moglie ed a Fenicia fece intender la promessa che al signor Timbreo aveva fatta. La cosa estremamente a Fenicia piacque, e con divoto core ringraziò il nostro signor Iddio che del suo casto amore così glorioso fine le donasse, e in vista si dimostrava molto allegra. Ma la fortuna, che mai non cessa l’altrui bene impedire, nuovo modo ritrovò di porre impedimento a così da tutte due le parti desiderate nozze. E udite come. Divolgossi per Messina come fra pochi dì il signor Timbreo Cardona deveva sposar Fenicia figliuola di messer Lionato, la qual nuova generalmente piacque a tutti i messinesi, perciò che messer Lionato era gentiluomo che da tutti si faceva amare, come colui che a nessuno cercava di dar nocumento e a tutti quanto poteva giovava, di modo che ciascuno di tal parentado mostrava grandissimo piacere. Era in Messina un altro cavaliere giovine e di nobil famiglia, detto per nome il signor Girondo Olerio Valenziano, il quale de la persona sua molto prode in su quelle guerre s’era dimostrato ed era poi uno degli splendidi e liberali de la corte. Questo, udendo così fatta nuova, restò senza fine di mala voglia, perciò che poco innanzi s’era de le bellezze di Fenicia innamorato e così fieramente aveva le fiamme amorose nel petto ricevute, che teneva per fermo di morire se Fenicia per moglie non aveva. Ed avendo determinato chiederla al padre per moglie, udita la promessa al signor Timbreo fatta, si credette di cordoglio spasimare, e al suo dolore non ritrovando in modo alcuno compenso, tanto farneticò su questa cosa, che da la passione amorosa vinto, non avendo riguardo a ragione alcuna, si lasciò trasportare a far cosa, non solo a cavaliero e gentiluomo com’egli era, ma a ciascuno, biasimevole. Egli era stato in tutte l’imprese militari quasi sempre compagno del signor Timbreo ed era tra loro una fratellevole amicizia. Ma di questo amore, che che se ne fosse cagione, sempre s’erano celati l’un l’altro. Pensò adunque il signor Girondo tra il signor Timbreo e la sua amante seminare sì fatta discordia che la promessa del matrimonio si romperebbe, e in questo caso egli domandandola al padre per moglie sperava averla. Nè guari al folle pensiero tardò di dare effetto. E avendo ritrovato al suo sfrenato ed accecato appetito uomo conforme, quello diligentemente de l’animo suo informò. Era costui, che il signor Girondo si aveva per confidente e ministro de la sceleratezza preso, un giovine cortegiano, uomo di poca levatura ed a cui più il male che il bene piaceva, il quale, essendo de la cosa che deveva tramare ottimamente instrutto, n’andò il seguente matino

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