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che in compagnia di due sorelle di lei minori e de la madre, certi suoi lavori di seta trapungeva. Quivi il cittadino giunto e da messer Lionato graziosamente raccolto, così disse: – Messer Lionato, io ho a fare un messo a voi, a la donna vostra ed a Fenicia per parte del signor Timbreo. – Siate il ben venuto, – rispose egli; – e che ci è? Moglie e tu Fenicia, venite ad intender meco ciò che il signor Timbreo ci fa intendere. – Alora il messo di questa maniera parlò: – Egli si suol communemente dire che ambasciatore in riferir quanto gli è imposto non deve pena alcuna patire. Io vengo a voi mandato da altri e duolmi infinitamente ch’io vi rechi nuova che vi annoi. Il signor Timbreo di Cardona a voi, messer Lionato, e a la donna vostra manda, dicendo che voi vi provediate d’un altro genero, imperò che egli non intende d’aver voi per suoceri, non già per mancamento vostro, i quali egli crede e tiene esser leali e da bene, ma per aver veduto con gli occhi suoi cosa in Fenicia che mai creduto non averebbe. E per questo a voi lascia il proveder ai casi vostri. A te mò, Fenicia, dice egli che l’amore che a te portava mai non deveva ricever il guiderdone che dato gli hai, e che d’altro marito tu ti proveggia, sì come d’altro amante ti sei provista, o vero quello pigli a cui la tua verginità donasti; perciò che egli non intende aver teco pratica alcuna, poi che prima il facesti sire di Corneto che marito. – Fenicia, udendo questa amara e vituperosa ambasciata, restò come morta. Il simile fece messer Lionato con la donna sua. Tuttavia pigliando animo e lena, che quasi per isvenimento gli era mancata, così messer Lionato al messo disse: – Frate, io sempre dubitai, dal primo punto che mi parlasti di questo maritaggio, che il signor Timbreo non starebbe saldo ne la sua domanda, perciò ch’io conosceva bene e conosco che io son povero gentiluomo e non par suo. Nondimeno e’ mi pare che, se egli era pentito di pigliar mia figliuola per moglie, che deveva bastargli dire che non la voleva e non imporle così vituperosa macchia di bagascia come fa. Gli è ben vero che ogni cosa fattibile può essere, ma io so come mia figliuola è stata allevata e quali sono i suoi costumi. Iddio giusto giudice farà un giorno, spero, conoscer la verità. – Con questa risposta partì il cittadino, e messer Lionato restò con questa openione, che il signor Timbreo si fosse pentito di far il parentado, parendogli che forse troppo si abbassasse e tralignasse da’ suoi maggiori. Era il legnaggio di messer Lionato in Messina antichissimo e nobile e di molta riputazione, ma le sue ricchezze erano di privato gentiluomo, ancor che antica memoria ci fosse che i suoi vecchi avevano avute di molte terre

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