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Erano tutti in chiesa quando ei la vide. Partita che fu la bella fanciulla, rimase Bandelchil pieno di varii pensieri, non avendo mai più per innanzi provato questa dolce passione d’amore. Se n’andò a casa ed entrato in camera, tutto solo cominciò a pensare a le bellezze de la veduta fanciulla, le quali stimava più tosto divine che umane; e sì sovrapreso da infinito piacere si sentiva pensando a quelle, che ogn’altro pensiero gli era di mente uscito. Passava di gran pezza l’ora del desinare, quando veggendo quei di casa che il padron di camera non usciva, non sapevano che farsi. Pur uno di loro, entrato dentro, gli fece intendere l’ora del desinare esser passata e le vivande guastarsi. Se n’uscì Bandelchil e, data l’acqua a le mani, si mise a tavola. Ma che? Egli era sì profondato nei suoi pensieri amorosi che niente o ben poco mangiò. Era suo costume star allegramente, e quando desinava o cenava di varie cose ragionare. Alora egli parola non disse già mai, ma, presi dui o tre bocconi, da mensa si levò e rientrò in camera, tuttavia avendo negli occhi de la mente la veduta fanciulla. Restarono i suoi de la casa pieni d’ammirazione veggendo questo insolito modo di vivere; di modo che, non sapendo che altro imaginarsi, pensarono che egli fosse de la persona mal disposto. Non vi fu perciò chi ardisse domandarlo che cosa avesse o se si sentiva male. Egli tutto quel giorno non uscì di camera ed a la cena fece come al desinar fatto aveva. La notte poi, non potendo per via alcuna dormire, ma sempre con la mente e con i pensieri essendo fitto in contemplar la sua bella fanciulla, diceva tra sè: – Onde mi vien questo che io sia tanto immerso in pensare a la beltà de la giovane che stamane vidi in chiesa, che a cosa altra che sia non possa piegar la mente? Io non so chi la giovane si sia, se è nobile o no, se è gota o romana. Ma che dico io, sciocco ch’io sono? Debbo io dubitar già mai che ella non sia nobilissima? Ella certissimamente non può esser se non nata di nobilissimi parenti. E come averebbe Iddio posto tanta bellezza e tante meravigliose doti in persona vile? E quantunque ella si ritrovasse nata di parenti ignobili, se Dio l’ha fatta nobile e dotata di tante vertù, chi sarà oso chiamarla ignobile? Se è romana scesa di sangue romano, questo le basta a renderla nobilissima. Se è di stirpe gotica, ella non può esser se non figliuola di soldato, e la milizia nobilita chiunque segue l’arme e quelle lodevolmente essercita. Sì che io non debbo temere di ricever onta se costei amo. – Questo tanto discorreva tra sè l’appassionato ed amoroso giovine, perciò che appo i goti era approvata consuetudine che nessun

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