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per la deità d’Iside di narrarle, avanti che la toccasse, tutte le cose che astutamente fatte aveva. Mise poi la figliuola in una casa privata ove l’uscio stava aperto, ed a quella diede commissione di tener forte colui il quale le dicesse di aver involati i tesori, troncata la testa al ladro, deposto il corpo di quello da le forche ed ingannati i guardiani. Non vi pare egli che questo balordo, ben che fosse re avesse un disordinatissimo appetito, assai più strano che quelli che vengono a le donne gravide? Ma poi che io per una vecchia insensata non volli dir mal de le donne, senza altrimenti agli uomini lavare il capo d’altro che di sapone, me ne passerò via leggermente confidandomi nei giudicii vostri, chè tale lo giudicarete quale egli si merita. Poi che il re ebbe questo ordine publicato e fatto solennemente bandire, il giovine che il tesoro rubato aveva e fatte l’altre cose sopra dette, s’imaginò appunto la cosa come era. Il perchè deliberatosi anco in questa cosa beffare il re, ebbe al desio suo la fortuna favorevole, perciò che essendo quel dì stato da la giustizia morto un assassino e squartato, egli, venuta la notte, dispiccò uno dei bracci del malfattore e con quello se n’andò ove la figliuola del re stava aspettando per metter in essecuzione il comandamento fattole dal padre. Entrato dentro ed accostatosi al letto, disse a la fanciulla che era venuto a giacersi seco. Ella gli rispose che fosse il ben venuto, ma che prima osservasse ciò che nel bando del re si conteneva. Onde egli puntalmente il tutto le narrò. E volendo l’ardita fanciulla porgli a dosso le mani, lo scaltrito giovine le porse il troncato braccio de l’assassino e via se ne fuggì, lasciando quella di spavento piena e di meraviglia, per ciò che ella si pensava al ladro avere strappato il braccio. Il re, conosciuta questa altra astuzia, giudicò chi fatta l’aveva uomo di grandissimo ingegno e molto animoso e degno d’esser tenuto in prezzo. Onde fece far un publico bando, che chiunque le cose dette commesse aveva liberamente si palesasse, perchè il re senza eccezione alcuna li perdonava il tutto, ed oltr’a questo gli daria tal ricompensa che si contentaria. Il giovine alora al re andato, a quello di punto in punto tutta la istoria dei suoi ladronecci narrò. Di che il re meravigliatosi ed assai commendatolo, gli diede la figliuola per moglie e il fece uno dei primi baroni d’Egitto. E così avviene che molti sono chiamati nobili, la cui nobiltà cominciò per commesse sceleraggini, non per opere vertuose. Così questo fratricida e ladrone di vil sangue nato divenne barone e signore di gentiluomini.

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