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manifestare. Colui che io intenderei pigliar per marito tien di rendita circa mille ducati, ed io de la mia dote, con l’accrescimento che mi fece a la sua morte il signor duca, passo dui mila, oltra i mobili di casa che sono miei. E s’io non potrò tener grado di duchessa, mi contenterò viver da gentildonna. Vorrei mò da te intender ciò che tu me ne consegli. – Antonio, udito questo lungo discorso de la duchessa, non sapeva che si dire, perciò che tenendo per fermo esser da lei amato ed egli amandola non mediocremente, non averebbe voluto che si fosse maritata con speranza di venir a capo di questo suo amore. Stavasi adunque mutolo, tutto in viso cangiato, e invece di rispondere fieramente sospirava. Ella, che i pensieri de l’amante indovinò e non le spiacque conoscere a questo segno che era ferventemente da lui amata, per non tenerlo più in dispiacere nè con l’animo sospeso, in questo modo gli disse: – Antonio, sta di buona voglia e non ti sgomentare, chè, se tu vorrai, io ho deliberato che tu per ogni modo sia mio marito. – A questa voce l’amante rivenne da morte a vita, e con molte parole accomodate lodata l’openion de la duchessa, non per marito, ma per fedelissimo ed umil servidore s’offerse. Assicurati l’uno de l’altro, parlarono assai lungamente, e fatti molti discorsi, diedero ordine d’esser insieme con quel meglior e più segreto modo che si potesse. Aveva la duchessa una figliuola di colei che l’aveva fin da la culla nodrita, la quale ella già aveva dei suoi pensieri fatta consapevole. Onde la chiamò, e non v’essendo altri che lor tre, volle a la presenza de la sua cameriera esser dal Bologna per moglie sposata. Il matrimonio loro stette molti anni segreto, nei quali quasi ogni notte insieme dormivano. E durando questa pratica con grandissimo piacer de le parti, la duchessa restò gravida e al tempo partorì un figliuol maschio, e sì bene si seppe governare che nessuno de la corte se n’accorse. Il Bologna fece il bambino con buona cura nodrire e al battesimo lo nomò Federico. Dopo questo, continuando la pratica loro amorosa, ella restò gravida la seconda volta e partorì una bellissima figliuolina. A questo secondo parto non si seppero sì celatamente far le cose che appo molti non fosse noto la duchessa esser stata gravida ed aver partorito. E mormorandosi di questa cosa variamente, il fatto pervenne a l’orecchie dei dui fratelli, cioè del cardinale di Ragona e d’un altro, i quali, avendo inteso la sorella aver partorito, ma non sapendo chi fosse il padre, deliberarono non portar questa vergogna sugli occhi, e con gran diligenza cominciarono con molti mezzi a spiar ogn’atto ed ogni

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