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ed uscita de la terra venne dove i cavalli erano ad ordine, e quivi tutti montati cominciarono a cavalcare. Il signor Roderico, che sapeva il viaggio che devevano fare, s’era con una decina di buoni uomini suoi soggetti posto quella sera in aguato in un bosco lontano da ogni abitazione circa sei miglia, Ed ecco che di due ore innanzi dì arrivarono i fuggitivi presso l’imboscata ove il cavaliero con i suoi armati aspettava, il quale tutti aveva ottimamente ammaestrati di quanto era di bisogno. Come furono per scontro l’imboscata, il signor Roderico con i suoi uscì gridando: – Ahi, traditori, voi sète morti! – ed egli con una lancia sovra mano corse a dosso a l’amante, che ancor che fosse notte conobbe, e quello de la lancia aspramente ferendo, gli passò la gola di banda in banda, di modo che il misero cadde a terra morto. I biscaglini, veggendo il lor capo ucciso diedero degli sproni ai cavalli e fuggirono ove più loro piacque, senza saper chi avesse il giovine morto. Il che molto facile gli fu, perchè i compagni del cavaliero, veggendo che non s’erano posti a la diffesa come credevano che devessero fare, attesero a pigliar le due donne ed il servidore che la cosa aveva manifestata, confortandogli che non avessero paura. Era il cavaliero con i suoi stranamente abbigliato per non esser di leggero conosciuti; e subito fatto porre il morto giovine suso il suo cavallo, ma prima con drappi turatoli i buchi de la gola a ciò che più sangue non ne uscisse, fece ciascuno cavalcare. Ginevra la bionda amarissimamente piangeva e fieramente gridava. Onde uno di quelli armati, che aveva una barbaccia nera con dui occhi stralunati che pareva il gran diavolo, se le fece innanzi con un pugnale in mano, e con una terribil voce le disse minacciando: – Giuro a Dio, se tu gridi, che io ti segherò la gola. Taci, chè tu hai meglio che tu non meriti, chè si fa il tuo bene e non lo conosci. – E cavalcando pervennero ad una chiesetta fuor di strada, ove più tosto che si puotè interrarono il morto e attesero a cavalcare. Erano quattro o cinque ore di giorno quando in certo boschetto vicino ad una villa si fermarono, e mandato a la villa a pigliar da mangiar per loro e per i cavalli si rifrescarono. Ginevra la bionda tuttavia piangendo, nulla o poco mangiò, e non puotè mai conoscere chi fossero quelli che la conducevano. La notte albergavano in case lontane da le ville e non permettevano che nessuno potesse parlare nè a lei nè a la donzella, nè anco al suo servidore. Ora, essendo una notte alloggiati in una picciola villa vicina a la grotta ove don Diego albergava circa sette miglia, il signor Roderico mandò un suo a don Diego, facendogli sapere quanto

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