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i cagnoletti abbaiare; segno che madama era venuta fuori. Onde tutti levati ce n’andammo colà ove ella già s’era sotto la loggetta del giardino assisa, e quivi con lei si cominciò di varie cose a ragionare.
Aveva in Milano nel suo palazzo in Porta Vercellina l’illustrissimo e reverendissimo signor Federico Sanseverino cardinale fatto un sontuoso ed onorato convito a molti gentiluomini, come è costume suo spesse fiate di fare. Dapoi che si fu desinato, si ritirò in camera il cardinale con alcuni nuovamente venuti da Roma. Onde molti di quei gentiluomini ed alcuni cortegiani entrarono a diportarsi nel giardino, che egli ha molto bello e grande. E quivi entrati a ragionar de la prontezza de le risposte a tempo date, messer Amico Taegio, dottor grandissimo e giovine molto gentile, narrò una bellissima risposta di papa Giulio, e dopo lui alcuni altri dissero de l’altre da altri date, le quali avendo io scritte v’ho voluto donare, sapendo quanto voi di queste così fatte prontezze vi dilettate; ed anco ve le mando a ciò che più non diciate che io di voi non mi ricordi. State sano.
Giulio secondo pontefice, ancor che di bassissima gente fosse disceso e non si vergognasse spesse fiate dire che egli da Arbizuola, villa del Savonese, avesse con una barchetta più volte, quando era garzone, menato de le cipolle a vendere a Genova, fu nondimeno uomo di grandissimo ingegno e di molto elevato spirito, come infinite azioni sue fanno fede. Ma parlando de la prontezza de le risposte, per la quale ci siamo mossi a ragionare, vi dico che la nazione germanica, gli porse una supplicazione,