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donna a nome del predicatore che giunto era il fine de le sue fatiche e che la terza festa prenderebbe, non occorrendo altro, licenza; e che se era possibile che la notte seguente si ritrovasse con lei, la pregava a fargli questo favore, perchè bisognava che egli dopoi si partisse per andar a capitolo. La fante portò la lettera a la donna, la quale il lunedì scrisse che non vedeva modo di trovarsi seco in casa se messer Pancrati non fosse ito fuor di Venezia; ma che ella, che non meno di lui bramava d’esser seco, si affaticarebbe di trovar qualche mezzo in qualche altro luogo, e se egli aveva luogo nessuno fidato, che ella vi si trovarebbe. Come il Giustiniano vide che ciò che s’ordiva da scherzo si potrebbe esser da dovero, pensò non esser più da tardare e rispose in nome del predicatore che egli non aveva luogo nessuno. Quel giorno poi la sera disse a sua moglie: – Egli mi è forza dimatina andar a Trivigi e non potrò esser di ritorno che per tutto mercoledì, secondo il mio avviso. Dimane so io bene che senza fallo starò fuori. – La donna ancor che si mostrasse mal contenta del partir del marito, pure ella n’ebbe consolazion grandissima, parendole che la fortuna le preparasse la via di trovarsi col suo amante. Il martedì matino a buona ora si levò messer Pancrati, e presi i suoi arnesi disse a la moglie che ancor era in letto: – Consorte mia, attendi bene a la casa fin che io ritorno. – E così di lungo se n’andò a casa de la buona donna, ove guari non dimorò che venne la Biga con una lettera ne la quale la donna scriveva al santo frate come il marito era andato quel dì a Trivigi e che la commodità d’esser insieme era caduta a tempo: onde lo pregava che la seguente notte tra le tre e le quattro ore volesse stravestito venirle a casa, chè la Biga starebbe ad aspettarlo e lo introdurrebbe. Veduta questa lettera messer Pancrati disse a la Biga: – Tu dirai da parte del frate a Cassandra che non ha avuto tempo di scrivere e che infinitamente la ringrazia, e che il tutto essequirà che gli ha scritto. – Poi informò essa Biga di quanto voleva che facesse, dicendole anco quanto egli aveva in animo di fare. La Biga tornata a casa disse che aveva trovato il frate che quasi era per salire in pergamo, avendo con piacer grandissimo letta la lettera, e che a l’ora statuita stravestito se ne verrebbe a trovarla, pregandola per più sua contentezza che la prima volta che seco trovar si deveva non fosse lume in camera. E questo aveva ordinato il marito per non esser conosciuto, volendo far quanto intenderete. La donna, avuta la certezza che la seguente notte deveva esser la sposa,

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