< Pagina:Bandello - Novelle. 1, 1853.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

udito avesse narrar le beffe da la donna a molti fatte e intese le condizioni di quella, veggendola così bella e leggiadra, e ogni dì pensando più che non si conveniva a lei e a le bellezze che le parevano angeliche e non mortali, sì fieramente si trovò di quella innamorato, che ad altro non poteva rivolger l’animo e i suoi pensieri, e conobbe che più era in poter d’altrui che di se stesso. E così varie cose di questo suo nuovo amore per la mente rivolgendo, e a le condizioni di quella, che gli erano state dette, pensando, e or lieto e or tristo divenendo, secondo che sperava e disperava, deliberò, per ogni via che a lui fosse possibile, acquistar l’amor di lei. Onde si messe a passar spesso per la contrada ov’ella albergava, e tutto il dì veggendola su la porta se le inchinava molto affettuosamente, e alora fermandosi o a piedi od a cavallo secondo che si trovava, si metteva a ragionar con lei. E ben che non fosse ardito di scoprirsele con parole, gli occhi tuttavia e i focosi sospiri parlavano per lui. Ella che avveduta e maliziosa era, e d’esser vagheggiata non mezzanamente si dilettava, e quel che era o forse più si stimava, con la coda de l’occhiolino alcuna volta il guardava e s’ingegnava a poco a poco di mostrargli che di lui gl’increscesse. Aveva il giovine una sua sorella, la qual abitava appresso a la casa di questa sua innamorata. E perchè non mi par di dir, per buon rispetti, i lor proprii nomi, avendo anco taciuta la città, nominaremo la sorella del giovine Barbara, e l’altra diremo Eleonora. Era Barbara rimasta vedova, e nodriva un picciol figliuolo che del morto marito l’era solo rimaso molto ricco, essendo lasciata donna e madonna dal marito. E andando il giovine, che Pompeio sarà detto, a casa de la sorella, era sforzato passar dinanzi a la stanza d’Eleonora. Il che Pompeio si riputava a grandissimo favore, e tanto più che sua sorella era molto domestica d’essa Eleonora, e sovente praticavano insieme. Ora ebbe egli un giorno tanto ardire, che a la sua innamorata manifestò tutto il suo amore, supplicandola che di lui volesse aver pietà ed accettarlo per servidore, molte altre cose dicendo, come costumano questi innamorati. La donna, che d’uomo del mondo non si curava, e non le pareva di beffar Pompeio per esser de’ primi de la città, lo risolse che d’altra donna si provedesse e che più di simil materia non le favellasse. Il giovine, non sbigottito per questo, attendeva pur a seguitarla, e sempre che aveva comodità entrava su ’l fatto suo. Ma ella sempre più dura e più ritrosa se gli mostrava. Di che egli si ritrovava mezzo disperato. Stando in questo modo la bisogna, avvenne ch’un giorno Pompeio a caso intese

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.