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Niceno, che tutti i luoghi de la casa ottimamente sapeva, senza punto esser veduto o sentito, dove volle a suo bell’agio n’andò. La donna, quando tempo le parve, levò suso, ed a la camera del destro, lamentandosi di mal di ventre, ne venne. Quivi, secondo l’ordine da lei avuto, se ne stava Niceno ascoso, con allegro core attendendo la venuta de la bella donna, a la quale come giunta la sentì, così a l’incontro tutto gioioso se le fece, e quella affettuosamente in braccio ricevuta, disse: – Ben venga l’anima mia. – Madonna Bindoccia senza altramente rispondergli, abbracciò e basciò lui molto amorosamente e gli fece accoglienze grandissime. Ma perchè avevano di tempo alquanto carestia, egli recatosela in braccio la portò suso un lettuccio che in camera era, e con estrema gioia ed inestimabil diletto di tutte due le parti corsero tre fiate senza partirsi la posta. Fatto questo, ritornò Bindoccia in camera e posesi nel letto, non troppo perciò accostandosi al marito, per tema ch’aveva di non dar ne le novelle corna che in capo di quello cominciavano a nascere. Nè guari stette che, sotto il pretesto d’aver flusso, frettolosamente al suo amante, che lieto l’aspettava, fece ritorno. Quivi, per non perder tempo in parole, entrarono a far un’altra volta la moresca trivigiana. E mentre che scherzavano, la donna imitando il romore che fa l’uomo pieno di vento, quando va del corpo, fece con la bocca sì gran romore, che Angravalle, sentendo il ribombo, essendo le camere vicine, disse: – Mogliema, questo è tutto freddo che tu hai preso. – Ella, che già aveva messo il rossignuolo ne la gabbia, beffando Angravalle in questo modo gli rispose: – Tu dici ben il vero, marito mio caro, ma la colpa è tua e il danno è mio, perchè non mi sai coprir e tener calda. – Niceno scoppiava de le risa, e mille volte la donna basciava, e basciandola fecero due volte entrar il diavolo ne l’inferno dolcissimamente, prima che madonna Bindoccia partisse. Insomma, ella essendo al marito ritornata, quattro altre volte a l’amante rivenne, dal quale sempre fu ottimamente ricevuta, nè mai senza far un tratto la moresca si partì. E parendo lor per quella notte aver fatto assai, avendo mandato Angravalle nove volte a Cornazzano, Niceno per la via che venuto era a casa sua ed ella al marito se ne ritornarono. Angravalle, che sì spesso levar l’aveva sentita, ultimamente le disse: – Moglie, se tu non provedi al caso tuo, questo sì bestial flusso ti potrebbe dar il malanno. Io vo’ domatina far venir il nostro medico, ed egli ti farà qualche provigione dando compenso al tuo male. – La donna, che otto buoni siroppi di mele e di zucchero ed una medicina di

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