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famiglio veduto non l’avesse, quel giorno, dopo desinare, andò a trovar Bindoccia, fingendo di voler intender quando Angravalle tornarebbe. E così le disse come il fatto stava, e subito partissi. Da l’altra parte, presso a la sera essendo Angravalle ritornato, Niceno che la venuta di quello osservava, venne in casa a ritrovarlo, e, con quella medesima dimestichezza con che era uso, gran pezza seco stette di varie cose ragionando. Partito Niceno, Angravalle si ridusse col famiglio a la stalla, e da lui udì quello che mai d’udire non aspettava. Il perchè qual fosse il dispiacere che ne prese, so che io non bastarei a narrarlo, e voi pensar lo devete. Egli, come quello che era de la moglie oltre ogni credenza e fuor di misura geloso, di lei ogni male credeva. Ma di Niceno, durava gran fatica a creder sì fatta cosa di lui, e voleva più tosto credere che il famiglio l’avesse preso in scambio d’un altro. Per questo più e più volte lo interrogò, dicendogli che avvertisse bene che non si fosse ingannato. Il famiglio stava saldo, dicendo che benissimo l’aveva conosciuto, e che di certo colui che egli visto aveva era Niceno. Vivendo adunque Angravalle in dubio di questo fatto, ma non già in dubio che la moglie non si fosse d’un altro provista, deliberò di star a veder se si poteva di niente certificare. La donna stava anch’ella con gli occhi aperti, per veder ed intendere se di lei cosa alcuna si trattava, e ogni volta che Angravalle parlava col fante, ella apriva le orecchie e a le parole e cenni loro poneva mente. Se Niceno veniva in casa, chè secondo il solito vi praticava, ella nè più nè meno faceva, ed egli anco si diportava come per innanzi solevano. Di che Angravalle, che a tutti dui aveva gli occhi a dosso, forte si meravigliava, e stava perseverando che altri che Niceno fosse stato colui che il fante diceva d’aver veduto, e non sapendo più sopportar questo fastidio, si deliberò di nuovo essaminar diligentemente il servidore, e poi far quella provigione che più gli fosse parsa a proposito. Onde un dì egli disse al servidore che andasse ad aspettarlo in una camera che era in alto, ove erano i fornimenti dei cavalli che altre fiate soleva tenere. La donna a caso sentì il tutto, non se ne essendo Angravalle accorto; e per spiare ciò che far volessero, ella, mostrando far altro, attendeva che Angravalle là su se ne salisse. Egli montò le scale e a la camera si condusse. Il che ella veduto, cautamente per un’altra via ascese suso una loggia che sovra il giardino porgeva la vista, la quale era vicina a la camera ov’era Angravalle. Ascesa là su, fece vista di porre al sole i suoi pannilini, e sì cautamente faceva, che Angravalle ed il fante non la sentirono già mai. Ella se ne stava

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