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VITA

DI

MATTEO BANDELLO

SCRITTA DAL CONTE

GIAMMARIA MAZZUCCHELLI




Matteo Bandello, domenicano, celebre scrittore di novelle, fu di Castelnuovo, terra del Tortonese, e fiorì dal principio del secolo xvi sin verso il 1560. Suo zio fu quel F. Vincenzo Bandello, generale XXXVI della religione dei Padri Domenicani, eletto nel 1501 e morto nel 1506. Ci è noto che il nostro Matteo andò ancor giovane a Roma; onde ci sembra molto verisimile che vi si trasferisse, o per occasione dello zio o da questo chiamato: e che in tale congiuntura vestisse pur quivi l’abito de’ Padri Predicatori. Fu ascritto al convento di Santa Maria delle Grazie di Milano; ma pare che abbia viaggiato, ed avuta stanza nella maggior parte delle città d’Italia, e principalmente in quelle della Lombardia, ed anche fuori d’Italia. Sappiamo che assistè alla morte del suddetto suo zio, la quale seguì nel convento d’Altamonte, in Calabria, in detto anno 1506; e che ebbe l’incombenza, siccome il suo zio aveva comandato, di far trasportare e seppellire il suo corpo in Napoli, nella chiesa di S. Domenico; onde non è inverisimile che seguito avesse pur il zio ne’ lunghi viaggi che fece per l’Italia, in Francia, in Ispagna e in Germania per visitare i conventi di sua religione. Ma sembra che Matteo principalmente si trattenesse in Mantova e in quei contorni, ove contrasse e coltivò amicizia con Giulio Cesare Scaligero, ed ove fu maestro della celebre Lucrezia Gonzaga, la quale in una sua lettera confessa che egli le interpretò Euripide, e che in Castel Giuffrè, luogo del Mantovano, savi precetti le andò istillando nel

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