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L

Petriello segue per mare la rubatagli moglie e con lei lieto
e ricco a casa se ne ritorna per cortesia del re di Tunisi.


Non ha ancora molti anni che in Lentiscosa, villa del reame di Napoli, fu un giovine di basso sangue e povero, il quale d’una villanella sua pari fieramente s’innamorò, e per acquistar l’amore di quella, faceva ogni cosa a lui possibile; onde la giovane cominciò ad amar lui. Essendo di pari voluntá, si maritarono insieme e fecero le lor povere e picciole nozze molto allegramente. Vivevano con gran pace insieme, e col sudore e fatica de le mani loro si procacciavano il vivere, non avendo altro al mondo che una picciola casetta, che era de la donna. Ora, essendo il tempo de la segatura e tutti dui essendo condotti a mieter grano da un massaro in un campo vicino al mare, avendo sul mezzodí la giovane un grandissimo caldo, e per la durata fatica del continovo tagliare posta giú la picciola falce, se n’andò vicino al lito e sotto l’ombra d’un albero si pose a sedere. Quivi da la stracchezza e dal sonno vinta, godendo un soave venticello che le crespanti onde del mare leggermente moveva, s’addormentò. Né guari stette che soppragiunsero certi corsari da Tunisi, i quali, discesi in terra, videro la giovane dormire, e, quella presa e chiusale la bocca ché non gridasse, in galera la portarono; e ritirati alquanto in mare, vi si fermarono, forse per vedere se altri prender potevano. Il marito, accorgendosi la moglie non esser con gli altri lavoratori, poi che l’ebbe assai chiamata e ricercata indarno, rivoltatosi al mare e la galera veduta, s’imaginò il fatto come stava, e tanto piú che i corsari mostravano a quei di terra la donna, la quale pareva pure a Petriello, – ché cosí aveva nome l’innamorato marito, – che la moglie sua fosse. Il perché, senza indugio spogliatosi, in mare si gittò e cominciò, nòtando, andare a la volta dei corsari, ove in poco d’ora da amore aiutato pervenne. I mori forte si meravigliarono di lui e gli domandarono chi egli si fosse e ciò che andava cercando. Egli, che valente notatore era, fermatosi su l’acqua e tuttavia a la moglie guardando, che in poppa piangeva, in questa guisa gli rispose: – Io sono un povero giovine, marito di quella donna che voi in questa ora avete in terra presa e che in poppa lagrimante dimora, la quale, poi che io conobbi, sempre ho amata piú che la vita mia, ed amo ed amerò sempre fin che viverò. Onde, se alcuno

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