< Pagina:Barrili - Castel Gavone.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 159 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Barrili - Castel Gavone.djvu{{padleft:170|3|0]]

CAPITOLO VIII.

Dove si vede che non arriva sempre tardi
chi arriva dopo.


Come si rimanesse Giacomo Pico e che torbidi pensieri gli girassero per la fantasia, lascio argomentare ai discreti lettori. Intanto seguitiamo madonna Nicolosina, che triste, assai triste, ma col cuore un tal po’ sollevato, scende la scala dell’Alfiere.

Diffatti, quella partenza era una liberazione per lei, dopo la lunga oppressura di tutto ciò che aveva dovuto udire e rispondere. Certo è gran dolore il perdere un amico; ma questo dolore non è poi senza conforti; dirò di più, è il solo che n’abbia uno sollecito, vo’ dire il conforto di avere finalmente conosciuto a parte a parte l’anima della persona in cui s’era riposta ogni fede. Strana consolazione, cotesta, di avere a conoscere pienamente il nostro simile, solo in quel giorno che non possiamo più durarla nell’usata dimestichezza con lui!

Posta in chiaro questa bisogna, niente premeva di più a madonna Nicolosina che di sapere che cosa ne pensasse Gilda, quella sua povera ancella, da cui pochi giorni addietro aveva udita la confessione di un

amore profondo per Giacomo. Dico che avrebbe de-

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.