Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 253 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Barrili - Castel Gavone.djvu{{padleft:264|3|0]]egli è quest’oggi di pessimo umore, e potrebbe farvi una brutta accoglienza.
— Dici da senno? — chiese mastro Bernardo, con piglio scontento. — Mi pare che chi porta notizie utili....
— Ma cattive come queste! — interruppe la Gilda. — Credete a me, zio, vi accoglie male; non andate. Io sono di casa e con me non c’è pericolo che si metta in collera.
— Ma io... — si provò a dire mastro Bernardo, sperando di rimettersi in sella, — io posso dir cose che una donna, una ragazza senza esperienza, non potrà mai mettere in chiaro come si bisogna. Io poi ci ho le notizie di prima mano e tu...
— Mi fate pensare ad un altro pericolo; — interruppe la nipote. — Che dirà dei fatti vostri il marchese, quando gli porterete voi le notizie date da un altro? Il Maso le ha in prima mano, non voi. E se il marchese vi chiedesse perchè non avete lasciato andare da lui il Maso in persona, che cosa potreste rispondergli?
— Ma.... — balbettò il povero ostiere. — Lì per lì non saprei.... Ci penserò.
— No, bisognerebbe averci pensato. Vedrò io, farò io. Voi farete una cosa più utile, di cui vi si darà lode e ricompensa domani.
— Che cosa? Parla, dilla su, poichè vuoi fare a tuo modo; — soggiunse rassegnato lo zio.
— Ecco; stanotte, con quanti uomini potete, trovatevi sotto il castello. Ci potrebb’essere bisogno di voi, e, mi capite? l’esserci
venuto spontaneamente vi tornerà a grandissimo onore.