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— Ah! — interruppe la Gilda. — Di Giacomo Pico ella disse? Egli fu dunque scoperto?
— Scoperto! — esclamò Nicolosina. — È egli dunque un traditore? Che ne sapete voi, Gilda? Parlate; ve lo comando. —
L’ancella si pentì di aver troppo parlato.
— Signora, perdonatemi! — ripigliò, giungendo le palme. — Ho io detto scoperto? Volevo domandare se si sospetta per avventura di lui. Sono una povera fanciulla; non so parlare a modo. Abbiate compassione, madonna. Io non ho che un presentimento di sventura; forse un’ubbìa di donnicciuola, come quella che mi avete detta poc’anzi. Ma ve ne supplico, mia dolce signora, non ridete de’ miei timori; dormite questa notte nella mia camera... È un luogo più sicuro, e nessuno penserà ad andare là entro.
— C’è dunque qualcuno che può pensare a venir qua? — replicò madonna Nicolosina con accento di collera. — Ogni vostra parola vi tradisce; e sta bene. È forse nella vostra confusione un avvertimento del cielo. Mio padre non ha creduto alla vecchia di Savona; eppure, anche giudicandola pazza, non ha saputo vincere un senso di dubbio e di sgomento. Lasciatemi, Gilda; io vado da lui e dalla mia povera madre...
— Signora mia!
— Lasciatemi, vi dico! Già troppo male avete fatto a parlar così tardi. —
Così dicendo, respinse la Gilda che le si era aggrappata alle vesti, e andò verso l’uscio.
Ma, appunto in quel mentre, si udì nella sala del piano inferiore uno
strepito, come di armi percosse.