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Messer Pietro sorrise, salutò e spinse il cavallo fuori del portone. Il Picchiasodo spronò a sua volta, e lo seguì sulla strada.

— Costui vi vuol vedovo, messer Pietro; — gli disse frattanto a mezza voce. — Povera madonna Bartolomea! —

A mala pena furono sulla strada i due viaggiatori, il Bardineto si serrò addosso a mastro Bernardo.

— E adesso mi dirai.... Prima di tutto, che andavi tu novellando di sposi?

— Non avete capito? — disse l’ostiere, mentre, levato di pugno al Maso il fiaschetto prezioso, lo andava a riporre nell’armadio. — C’è un matrimonio in aria e quello è lo sposo; il magnifico conte di Cascherano, che si è degnato, bontà sua....

— Sposo! di chi? — interruppe il Bardineto, facendosi bianco nel viso come un cencio lavato.

— Eh, non già di madonna Bannina, nè della mia Rosa, che hanno i loro uomini vivi e sani!

— Ma, alla croce di Dio, parla; di chi?

— Di madonna Nicolosina, perdinci! O che, venite dal mondo della luna? —

A messer Giacomo Pico venian meno le forze, e si offuscava la vista.

— Impossibile! — esclamò egli, con voce soffocata dalla commozione. — Impossibile!

— E perchè mo’? A San Nicola fa i diecisette, quantunque, a dir vero, mi paia che la sia nata ier l’altro. Ma, pur troppo, i giorni passano e gli anni van di conserva. O che? l’avrebbe da starsene a spulciare il gatto? È bella, è savia, è di nobil casato; e qui, con nostra buona pace, non c’è nessuno per lei.

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