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Ma il Sangonetto era in vena, e proseguiva.
— Eh, già, capisco; a te quella superba ha fatto dar volta al cervello. —
Giacomo Pico scosse il capo in atto d’impazienza.
— E non la perdi di vista, a quel che pare! — incalzò il Sangonetto. — Tu guardi sempre lassù.
— Tommaso! — proruppe scorrucciato quell’altro, — Per l’anima di....
— Orbene! — ripiccò Tommaso, alzando la voce a sua volta. — Chiama i morti dallo inferno e i santi del paradiso, fin che ti piace. Io ti amo, non so perchè; vedo che soffri; sono il tuo medico e ti curo a modo mio. Sapevo il tuo segreto; e metti pure che io non dovessi saperlo, nè altri; tu stesso me lo hai sciorinato poc’anzi. Ed ora, io non ti ho domandato che cosa tu sperassi per lo addietro da lei: ti domando in quella vece che cosa speri adesso, poi che ella ti ha richiamato alla tua condizione di vassallo.
— Non ella, — gridò il Bardineto, — non ella, il destino. Vedi, Sangonetto, tu ti sei giudicato da te. V’hanno cose che tu non intendi, nè verresti a capo d’intendere. Sì, io l’ho amata; ma potevo io forse operare diverso? Fanciullo mi han tratto al castello; è cresciuta sotto i miei occhi; la vedevo ogni giorno suo padre mi è debitor della vita; ella mi ha abbracciato...
— E baciato; storia antica! — interruppe Tommaso. — E tu, povero amico, hai pigliato i bisantini per oro di coppella. Bacio di bocca cuore non tocca, o non dovrebbe toccare. Comunque sia, — aggiunse il Sangonetto a
mo’ di correzione, — pensa che la era