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— Com’è folto qua sotto! — esclama la contessa. — Chi sa trovarci è bravo.

— Non dubitate; ancora pochi passi, e si riesce al chiaro.

— Oh, non mi dolgo già di quest’ombra; c’è così fresco!

— Voglio dire che troveremo più rado il fogliame, e d’ombra ce ne sarà ancora abbastanza. Queste carpinelle girano tutto intorno, fino al punto dove la montagna fa uno sprone sull’acqua; laggiù saremo più al largo, e vi parrà di respirare un po’ meglio. —

Eccoci infatti allo sprone. La balza vien giù tagliata a picco, e sarebbe troppo brulla, come una cava di pietre, se due o tre semi di fràssino non fossero volati ad allogarsi tra i crepacci, per venir fuori in giovani piante, che sporgono ad ombrello, e rompono pittorescamente la nudità della roccia. Il luogo è bello, e le piace; disgraziatamente non c’è da sedere. Eh, lo so ben io dove c’è da sedere; ma mi secca un pochino di doverla guidare fin là. Nondimeno, poichè io non son più padrone di tornare indietro, si prosegue lungo

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