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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu{{padleft:145|3|0]]coppie felici, non è così? Disingannatevi, uccellini del bosco; — soggiunse la contessa, con accento tra comico e patetico; — il signor Morelli è un solitario, che si ritrova qui accompagnato per caso. —

E rideva; e risi ancor io.

— Oh, non ci sarebbe da ridere; — soggiunse ella, sforzandosi di far cipiglio. — Che cos’è questa vostra maniera di fare, Morelli? Perchè non avete voluto venire a prendere il tè, l’altra sera, e in compagnia di tutti i nostri buoni amici? Perchè non volete mai rifar la salita del Roccolo? È tanto breve, lo sapete, essendoci stato una volta. Vi spiace il nome? Spiace anche a me; lo cambieremo. Anzi, studiateci, e datelo voi; non ho fantasia, io, e ne sarò felicissima.

— Ci penserò.

— Ah bene. Ma ci verrete, non è vero? Per carità, non mi condannate a questa condizione spiacevolissima, di vedere in casa mia solamente i noiosi.

— Scusate, signora; ma se io avessi proprio temuto di far numero con questi?

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