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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu{{padleft:168|3|0]]l’emicrania?„ — Non ancora del tutto; risposi. Quindici minuti dopo, si congedarono. Ma se erano stati muti nel mio salotto, diventarono loquaci all’aperto, specie in fondo alla villa, dove Clarina li ha uditi. Clarina è la mia cameriera; ed è fuori spesso e volentieri, quando io non ho bisogno di lei. Credo, tra parentesi, che ci abbia l’innamorato, un giovane muratore di qui.

Vorrà diventarci bianca, di bruna che è; ma passiamo, che questo non è affar mio. Clarina adunque li ha sentiti; parlavano di una gita che avevano fatta quella mattina, di due persone che andavano cercando e che non avevano trovate. — Ma sicuramente erano là, — diceva uno, il signor Dal Ciotto, che era il più arrabbiato dei tre, — il cane li ha messi in sospetto e li ha fatti fuggire; bisognava guardare dal fiume. — Se è vero... — diceva un altro, il signor Cerinelli, — se è vero, abbiam fatta una bella figura, e c’è qualcuno che riderà di noi. — Il signor qualcuno la pagherà salata; — replicò Enrico Dal Ciotto. Tutte queste cose è venuta a riferirmi Cla-

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