< Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 194 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu{{padleft:202|3|0]]pericoloso, e te lo lasciano intender troppo. E tu non vuoi mosche sul naso; è giustissimo, e te ne lodo. Ma c’è una signora di mezzo; ci vuol giudizio, nel condurre questa faccenda. Quantunque, alle volte, la pazienza si perde; — soggiunse l’amico, tentennando la testa. — Mi hai fatto fremere, poc’anzi, con quell’“ah sì?„ del tuo signor Dal Ciotto.

E fors’anche un po’ nasale, come il naïn ebraico, non è vero? Ma tu hai fatto bene a contenerti, per la prima volta, rispondendogli un “certamente„ altrettanto strascicato e più naïn di lui. Facciamo le cose a modo; i tuoi moscardini non ci diventeranno mica troppo duri, per aver aspettato un giorno di più ad esser pescati e fritti. Li vedrò più da vicino, questa sera, o domani, e me ne prenderò magari un paio per me.

— Ecco l’uomo che mi consiglia di far le cose con giudizio; — osservai. — Bella chiusa, signor Ferri!

— Ma sì, una bella chiusa a bastonate, degna del poema villereccio che tu sei riuscito ad imbastire. Il giudizio, poi, non esclude

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.