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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu{{padleft:228|3|0]]È anche l’Intelligenza, il Verbo, poichè il Verbo è Dio; ma l’intelligenza, se mai, non abitava più nel convento di Dusiana. E non pensò egli forse ad alta voce qualche cosa di simile, quando gli scappò detto dal pergamo ai fedeli, che diffidassero dei lupi rapaci in veste di pastori? quando soggiunse, non bastandogli quel poco, che taluni i quali ostentavano umiltà, dottrina e santità, erano sentine di vizi, pozzi d’iniquità, armamentarii di frode? Si cominciò a sussurrare di un attacco che padre Anacleto avesse voluto muovere al priore. Lo scandalo era grave; bisognava punirlo, e punirlo soffocandolo. Si fece un processo, nella clausura del chiostro. Il reo, più infervorato che mai, non volle disdir le sue massime fondamentali, che troppo somigliavano a quelle ond’erano venuti tanti scismi pericolosi alla Chiesa militante. Sarebbe dunque scaturito un nuovo Ario, un altro Eutiche, un altro Donato, un altro Socino, e dall’abbazia di Dusiana?
Ah no, per sant’Agostino! Disdicesse il reo le sue massime, facesse ammenda di tutto. E lui, peggio che