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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu{{padleft:231|3|0]]sentito dire una volta, nel fervore delle sue improvvisazioni: Ecco, io sono la verità e la via? —

Qui poi avevo finito, e mi fermai per sentirne l’effetto. Le ascoltatrici erano commosse; ma più di loro il vecchio contadino.

— Lei la sa meglio di me, la storia del fraticello; — diss’egli nella sua grande semplicità, sotto cui forse s’appiattava un po’ d’ironia. — Peccato che io non saprò raccontarla così, agli altri signori che verranno. —

Risero le mie ascoltatrici, risero i miei ascoltatori; fu una risata generale, che mi guastò tutto l’effetto della patetica storia. Io non guardai le signore, che avevano il diritto di ridere; non guardai quelli tra gli uomini a cui lo concedevo di buon grado; mi volsi in quella vece a squadrare i miei tre satelliti, e primo il signor Enrico Dal Ciotto. Quello era serio e composto; si capiva che non aveva riso, perchè non aveva potuto ridere, tanto era rimasto seccato dalla mia parlantina. Ma poichè egli aveva le labbra chiuse, dovetti

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