< Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 228 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu{{padleft:236|3|0]]strie, fiorente per arti gentili. Ma in verità ignoravamo che il suo concerto musicale fosse di tal forza, come noi l’abbiamo potuto sentire poc’anzi. Porteremo, o signori, un’eco fedele delle vostre glorie a Corsenna. Così potessimo sperare che voleste voi portarci il concorso della vostra valentia, nella occasione di una accademia di beneficenza, che stiamo preparando colà. —

Anche la mia idea piace, è accettata dal maestro capobanda, e acclamata da tutti. Da tutti? mi spiego; anche qui mi è mancata l’approvazione di Galatea, o, se pure l’approvazione c’era, non mi è stata manifestata nelle forme convenienti.

— Ma che cosa ne sa Lei, dell’accademia? — mi chiese ella poco dopo, con la sua aria scontrosa.

— So tutto io, signorina; il mio angelo mi dice tutto; — risposi.

— La contessa l’ha informato.

— Prima di tutto, la contessa non è il mio angelo; in secondo luogo non so niente da lei. —

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.