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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu{{padleft:244|3|0]]esserti invaghito di lei; come hai torto, lasciatelo dire, a non invaghirti dell’inglesina.

— Perchè?

— Perchè quella è una fanciulla d’oro. — Con la sua parte di lega, vorrei rispondere; ma tengo prudentemente la restrizione per me.

— Caro mio, — gli rispondo in quella vece, io temo d’essere un po’ — stravagante e disadatto agli amori. Ricordi quello che disse la — bella veneziana a Gian Giacomo Rousseau: “Zaneto, lassa star le done — e studia le matematiche.„ Ed io medito il buon consiglio, senza che — nessuna me l’abbia dato. Sai a che penso io? A scrivere il mio buon — poema, che le sciocche gelosie dei tre satelliti mi hanno in mal — punto interrotto.

— Facendo venir me a frastornarti dell’altro, non è vero? — soggiunse Filippo.

— Che dici? Posso ben lavorar di mattina, e far molto; specie se tu hai sempre l’uso di covare il letto.

— Quando si può, non si deve pretermettere questo piacevole e saluberrimo uffizio. Alzarsi

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