Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 295 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu{{padleft:303|3|0]]tralascia d’abbaiare e prende il galoppo per venire alla volta del suo legittimo e negletto padrone. Ma io non voglio che si scomodi tanto per me; corro verso di lui come posso, ci avviciniamo, e per poco non caschiamo l’uno nelle braccia o nelle zampe dell’altro. Buci scodinzola, alza le froge, per mostrarmi i suoi denti, più candidi della sua coscienza di cane; e subito, quasi sapesse di aver qualche cosa da farsi perdonare, si avvia per insegnarmi la strada. Ti comprendo, o Buci; a buon intenditor poche parole, e pochissimi gesti.
Riconosco il sentiero dei casali, quello stesso sentiero che ho già fatto una volta, ma risalendo, in compagnia della contessa Adriana. Maledetta passeggiata, donde son nati tutti i miei guai! Laggiù, dove il sentiero si allarga e pianeggia in forma d’aia da batterci il grano, seduta davanti all’uscio d’una casupola, è lei, Galatea, che leva gli occhi curiosi a guardare. Ah, non era dunque vano il mio presentimento! Dovevo trovarla, un po’ più in alto, un po’ più in basso, ma sempre in