< Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 298 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu{{padleft:306|3|0]]

— Signorina Kathleen, perdoni il mio ardimento; io l’ho ingannata poc’anzi.

— Che cosa dice?

— Che l’ho ingannata, che non le ho detta la verità. La mamma non aveva punto bisogno di lei.

— Ah, volevo ben dire! —

E in queste parole, la signorina Wilson si voltò risoluta, per ritornare ai casali di Santa Giustina. Bel frutto della mia alzata d’ingegno! bel premio alla sincerità della mia confessione!

— Ah, no; — gridai, attraversandole il passo; — non sarebbe degna di Lei, questa fuga. Che cosa penserebbe la vecchia contadina di me, che faccio di queste burle, e di Lei che può tollerarle?

— Ammette dunque che siano intollerabili? — ribattè ella, severa.

— Sì, e ne porterò quella pena che a Lei piacerà d’infliggermi. Ma ho bisogno di parlarle; ho bisogno ch’ella mi ascolti, e non mi tratti più da nemico, come ha preso a fare da tanti giorni, senza che negli atti miei ci

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.