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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu{{padleft:310|3|0]]Le parrà bello, ne sono sicuro, ma Le parrà tanto più vero, ne ho la certezza. Leggerà tutto, vedrà tutto, e mi renderà la sua stima. —

Credevo di averla persuasa, almeno scossa, e di farla scendere verso il viale dei pioppi. Ma Ella non si distolse affatto dalla sua via, e rise d’un riso sardonico, che non avevo mai veduto sulle sue labbra.

— Ella mi propone una cosa, signor Morelli.... una cosa di cui non vede la sconvenienza suprema. E forse in questa ignoranza è la sua scusa. Ma io non ne avrei nessuna, se m’arrendessi al suo desiderio. Posso esserle parsa un po’ sventata e leggera; ma ciò non giustifica punto il suo ardimento, o la puerilità della sua trovata, che le par così bella e così vittoriosa. Via, signor Morelli, sia cavaliere, e non domandi ad una ragazza ciò ch’ella non può fare nè dire. —

Ero rimasto atterrato. La signorina Wilson colse il buon momento per andarsene via, non più trattenuta da me, non più leggera e snella come una ninfa birichina; ma diritta e solenne, come una regina sdegnata.

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