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— Caro, non ti ho detto tutto; — riprese Filippo. — Io posso avere esagerato; è il mio costume, in un cert’ordine di cose. Ma comunque sia, il mio bravo conte è diventato un agnellino; s’è intenerito; ha preso a ragionare più pacatamente; si è persuaso della tua e perfino della mia innocenza; ha capito donde venisse il colpo della lettera cieca; non ti chiederà più nulla; non chiederà nulla a nessuno; metterà perfino i satelliti alla porta.... ma con una leggera variante al primitivo disegno che avevo osato sottoporgli, cioè chiudendo il Roccolo e portando la signora con sè. Sicuramente, — conchiuse Filippo, — voleva partire col treno delle quattro e venti. Sono ora le cinque; sicchè.... tira le somme.

— Ah! tu sei un gran prepotente; — esclamai.

— Ma che? volevi che per una scioccheria simile lasciassi andar te sul terreno?

— E ci saresti andato tu?

— Certamente; se non si fosse potuto farne di meno.

— Lasciando supporre Dio sa quali ra-

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