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— Per l’appunto; — diss’io, fremendo al contatto della mano di Galatea.
— E tremava, dunque?
— Può immaginarselo, colla paura che aveva.
— Strano! — diss’ella. — Ora mi pare che tremi Lei, signor Morelli.
Capisco; forse è pel ricordo.
— Le pare? A me pare, invece, che Lei voglia ridersi un pochino di me.
Ma basta; seguitiamo.
— Qui, poi, siamo all’argine del bottaccio; riprese la signorina; — al — largo, adunque, e non c’è più bisogno di tenersi per mano.
— Infatti, è vero; — diss’io. — Lei intende le cose, signorina, e le rifà come se fosse stata presente. Ma badi, che l’argine non continua sempre così forte e così largo. C’è ora quest’altro ponticello, che cavalca lo sportello della cateratta. A questo punto fu un altro guaio. La signora non si peritava più di venire avanti da sola; nè si poteva andar tutti e due sulla medesima fronte.