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Capitolo VII.

La vergine del reggimento.

Ella, dunque, mi contemplò per alcuni minuti secondi, con una cercaria tutta sua, tra impertinente e curiosa; poscia, socchiudendo gli occhi e facendomi una smusata in faccia, mi domandò: — Qu’est ce qiie tu regardes, àpresent? — Intendevo la sua lingua come ogni buon piemontese d’allora, ma non la parlavo con molta franchezza. Cionondimeno mi provai, sapendo benissimo che non e’ era altro modo di farmi capire da quella diavola laggiù. I nostri vicini hanno sempre avuto il difetto di studiar poco la lingua degli altri popoli; per contro, hanno la virtù di non ridere, quando si assassina la

loro, e vi tengono conto della buona intenzione.

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