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Capitolo XI.
Sul tamburo.
Il cielo ÌQComiaciava a sbiancare dietro alle alture di MoDteDOtte. Era l’alba del 1 4 aprile; un giovedì, se non erro. Quell’alba fu per noi una liberazione dalla oppressura della tristissima notte che avevamo passata, battendo la diana dal freddo, estenuati dal lungo digiuno e tormentati dalla sete. Di quei tre mali, uno sarebbe cessato tra breve; ci saremmo sgranchiti in una carica alla baionetta, l’ultima, forse, e la più disperata. Si doveva morire? tanto meglio. Per una volta ancora ci scaldavamo alla luce del sole; era questo il gran punto da vincere. Frattanto, l’apparire di quella luce mattutina ci aveva reso il coraggio.
I tamburi del nemico presero a battere la
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