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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Barrili - Monsù Tomè, Treves, 1885.djvu{{padleft:23|3|0]] ebbe l’altissimo onore di illuminar primo quella fiorente bellezza. Del resto, anche i colori avevano il loro significato. Il biondo era la grazia, il nero la forza; bionda, per conseguenza, doveva esser la donna; all’uomo i capegli neri, con la robustezza dei muscoli, con lo scatto dai tèndini.... E andava avanti, T amico Maso, sempre avanti così, non dubitando neanche di gettar sassi in colombaia. Io per allora ci capivo poco, in quelle sottigliezze, e niente affatto in quella fissazione dell’amico, il quale, a farlo a posta, se la voce popolare non mentiva, era in quei giorni molto addentro nelle buone grazie d’una dama di capei nero lucente. Ma non andò molto che indovinai, quando egli venne a stringere l’argomento. Era bionda, o bruna, la vivandiera di Augereau, che Monsù Tomè aveva conosciuta a’ suoi tempi? — Bionda, perbacco baccone, bionda a quel Dio, d’un bel biondo cupo, traente al cenerognolo, come sono generalmente le bionde di Francia; ed alta, poi, svelta, aggraziata, fatta proprio a pennello. E vedere come ci si animava, Monsù Tomè, a descrivere tutte le bellezze di quella figura, ormai così lontana nello spazio e nel tempo! Il povero vecchio, intirizzito dai geli dell’in-