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l’avvenire economico del trentino | 187 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Battisti, Al parlamento austriaco, 1915.djvu{{padleft:207|3|0]]naunia si ebbe dopo venticinque anni dacchè fu richiesta e il paese vi dovette contribuire con somme esorbitanti. Le congiunzioni col Regno, traverso le Giudicarie, e lungo la riviera del Garda e la tramvia di Fiemme sono ancora nel mondo dei progetti.
Ben serve a illuminare l’azione nefasta del Governo austriaco il suo contegno nella questione della tramvia di Fiemme. Questa valle è la più nordica della regione e la più insidiata dai pangermanisti; è al tempo stesso la più ricca del Trentino per selve, per minerali e marmi, ed è bella quanto lo sono i recessi più belli del vicino Cadore.
Congiungerla con Trento volea dire farla prosperare economicamente e nazionalmente conservarla italiana.
Quando si vide che il Governo, spalleggiato dall’amministrazione provinciale del Tirolo, e dalla città di Bolzano, non volea assolutamente costruire questa ferrovia e tentava invece eseguire un’altra linea che abbandonando la via naturale segnata dal corso dei fiumi congiungesse, con enormi difficoltà tecniche e immenso dispendio, la valle, attraverso un valico alpino con la regione prevalentemente tedesca di Bolzano (nell’Alto Adige) allo scopo di attirare i valligiani di Fiemme in un centro tedesco e così snazionalizzarli, — quando si vide questo, Trento e i comuni interessati furono pronti ad ammannire essi il capitale necessario alla costruzione della linea vagheggiata.
Ma il Governo si oppose invocando il suo di-