< Pagina:Bembo, Pietro – Rime.pdf
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

Pietro Bembo - Rime

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Bembo, Pietro – Rime.pdf{{padleft:127|3|0]]

quanta Amor da’ bei cigli alta e diversa
gioia, pace, dolcezza e grazia versa.

25.

Cosa dinanzi a voi non pò fermarsi,
che d’ogni indegnità non sia lontana;
ch’al primo incontro vostro suol destarsi
penser, che fa gentil d’alma villana,
e se potesse in voi fiso mirarsi,
sormonteriasi oltra l’usanza umana:
tutto quel, che gli amanti arde e trastulla,
a lato ad un saluto vostro è nulla.

26.

Quanto in mill’anni il ciel devea mostrarne
di vago e dolce, in voi spiegò e ripose,
volendo a suo diletto exempio darne
de le più care sue bellezze ascose.
o pur di non amar seco propose,
Chi non sa, come Amor soglia predarne,
fermi ne’ be’ vostr’occhi un solo sguardo,
e fugga poi, se pò, veloce o tardo.

27.

Rose bianche e vermiglie ambe le gote
sembran, colte pur ora in paradiso;
care perle e rubini, ond’escon note
da far ogni uom da se stesso diviso;
la vista un sol, che scalda entro e percote,
e vaga primavera il dolce riso;


Letteratura italiana Einaudi 117

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Bembo, Pietro – Rime.pdf{{padleft:127|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.