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voi filosofo sperimentale questa volta mi siete riuscito un idealista; – avete preteso, che la mente umana si sottragga da un fatto, che spesso la incatena indissolubilmente. Non l’avete mai voi osservato questo fatto? o l’avete dissimulato per aver ragione? Può darsi anche questo, perchè siete malizioso la vostra parte. Non avete mai osservato, che in ogni tempo, e in ogni nazione, nascono uomini fatalmente avvinghiati ad un’idea fissa, – un’idea talvolta capace anche a falciare la vita d’una generazione; – un’idea che amano col furore della gelosia; – che non lasciano mai, benchè la veggano confinar col patibolo? – Questi uomini nell’epoca loro hanno due faccie: una sublime, e l’altra grottesca; e la storia contemporanea li chiama pazzi od eroi, secondo da chi è scritta la storia. Al giudizio pacato, imperterrito, dei posteri spetta determinare una delle due faccie, una delle due denominazioni.
CAPITOLO XIV.
Ma il Povero dov’è rimasto? è morto di angoscia, o di fame? Chi sa?
tutto può darsi. – Le carceri vivono alla buona, – non tengono storici
al loro stipendio, – non registrano nè date, nè nomi, nè avvenimenti; –
le scene che si svolgono nel loro grembo sono scene d’un altro mondo,
– d’un’esistenza sotterranea, – e temono la luce come cosa nemica; –
pure così all’ingrosso le carceri si rammentano di alcune notti, – d’un
viso truce, – d’un pugnale, o d’un laccio, – d’un gemito cordiale, –
d’una caduta pesante; – si rammentano ancora di certuni entrati sani e
gagliardi, che di lì a poco si fecer lentamente cadaveri per difetto
d’acqua, e di pane. –