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ne’ quali siamo capitati noi, che, per li nostri vani capricci avendoperduta la pubblica libertá della nostra patria, sceleratamente nelle lugubri miserie, che siamo forzati vedere, avemo precipitata la casa e il sangue nostro. E da questo vostro cosi abbondante sangue ch’avete sparso, abbiamo finalmente imparato a conoscere che le dignitá grandi, i magistrati supremi della patria libera dagli onorati senatori col merito della virtú si deono cercar di possedere, non, come infelicissimamente abbiamo fatto noi, con le private discordie e con le sedizioni delle armi civili: non altra piú crudele e scelerata pazzia trovandosi di quella di un senatore, che, per la vana speranza di migliorar la condizione sua e lo stato della sua casa nella pubblica servitú, aderisce ak tiranno amico.

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