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96 orlando innamorato [St. 27-30]

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27 Non aver nella mente alcun sospetto
  Ch’io voglia che tu facci un gran periglio;
  Con una fanciulletta andrai nel letto,
  Netta come ambro, e bianca come un giglio.
  Me trai di noia, e te poni in diletto.
  Quella fanciulla dal viso vermiglio
  È tal, che tu nol pensaresti mai:
  Angelica è colei di cui parlai. -

28 Quando Ranaldo ha nominare inteso
  Colei che tanto odiava nel suo core,
  Dentro dal petto è di alta doglia acceso,
  E tutto in viso li cangiò il colore.
  Ora un partito, ora un altro n’ha preso
  Di far risposta, e non la sa dir fuore;
  Or la vôl fare, ora la vôl differire;
  Ma nello effetto e’ non sa che si dire.

29 Al fin, come persona valorosa
  Che in zanze false non se sa coprire,
  Disse: - Odi, Malagise: ogni altra cosa
  (E non ne trago il mio dover morire),
  Ogni fortuna dura e spaventosa,
  Ogni doglia, ogni affanno vo’ soffrire,
  Ogni periglio, per te liberare:
  Dove Angelica sia, non voglio andare. -

30 E Malagise tal risposta odìa,
  Qual già non aspettava in veritate.
  Prega Ranaldo quanto più sapìa,
  Non per merito alcun, ma per pietate,
  Che nol ritorna in quella pregionia.
  Or gli ricorda la sanguinitate,
  Or le proferte fatte alcuna volta;
  Nulla gli val, Ranaldo non l’ascolta.

2. T., MI. e Mr. voglio. — 4. P. ambra. — 8. T. colici; e cosi al v. 10. 12. P. il viso, — 13. P. Ora un partito ed or un altro ha.

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