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[St. 7-10] libro i. canto vi 113

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7 A terra cadde, o per voglia, o per caso,
  Io nol so dir; ma tutto se distese.
  Color nel volto non gli era rimaso,
  Quando vidde il gran colpo sì palese;
  Il cor gli batte, e freddo ha il mento e ’l naso.
  Il suo baston, ch’è in terra, ancor riprese;
  Così a traverso verso Orlando mena,
  E gionsel proprio a mezo alla catena.

8 Il conte di quel colpo andò per terra,
  E l’un vicino a l’altro era caduto.
  Così distesi, ancora se fan guerra;
  Più presto in piedi Orlando è rivenuto.
  Nella barbuta ad ambe man lo afferra;
  Lui anco è preso dal gigante arguto,
  E stretto se lo abbraccia sopra al petto;
  Via ne ’l porta nel fiume il maledetto.

9 Orlando ad ambe man gli batte il volto,
  Chè Durindana in terra avea lasciata;
  Sì forte il batte, che ’l cervel gli ha tolto:
  Cadde il gigante in terra un’altra fiata.
  Incontinente il conte si è rivolto
  Dietro alle spalle, e la testa ha abbracciata.
  Balordito è il gigante, e non gli vede,
  Ma al dispetto de Orlando salta in piede.

10 Or si rinova il dispietato assalto:
  Questo ha il bastone, e quello ha Durindana.
  Già nol puotea ferire Orlando ad alto,
  Standose fermo in su la terra piana,
  Ma sempre nel colpire alciava un salto:
  Battaglia non fu mai tanto villana.
  Vero è che Orlando del scrimire ha l’arte;
  Già ferito è il gigante in quattro parte.

8. P. a mezzo la. — 11. P. ancor si fanno; MI. e Mr. ancor. omm. ?..


22. MI.

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