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122 orlando innamorato [St. 43-46]

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43 Poi che partito fo quel messagiero,
  Orlando via cavalca alla spiccata;
  E ben pare a se stesso nel pensiero
  Aver la bella dama guadagnata.
  Così pensando, il franco cavalliero
  Vede una torre con lunga murata,
  La qual chiudeva de uno ad altro monte;
  Di sotto ha una rivera con un ponte.

44 Sopra a quel ponte stava una donzella,
  Con una coppa di cristallo in mano.
  Veggendo il conte, con dolce favella
  Fassigli incontra, e con un viso umano
  Dice: - Baron, che seti su la sella,
  Se avanti andati, vo’ andareti in vano.
  Per forza o ingegno non si può passare:
  La nostra usanza vi convien servare.

45 Ed è l’usanza che in questo cristallo
  Bever conviensi di questa rivera. -
  Non pensa il conte inganno o altro fallo:
  Prende la coppa piena, e beve intera.
  Come ha bevuto, non fa lungo stallo
  Che tutto è tramutato a quel che egli era;
  Nè sa per che qui venne, o come, o quando,
  Nè se egli è un altro, o se egli è pur Orlando.

46 Angelica la bella gli è fuggita
  Fuor della mente, e lo infinito amore
  Che tanto ha travagliata la sua vita;
  Non se ricorda Carlo imperatore.
  Ogni altra cosa ha del petto bandita,
  Sol la nova donzella gli è nel core;
  Non che di lei se speri aver piacere,
  Ma sta suggetto ad ogni suo volere.

2. P. alla spiegata. — 20. T., Mr. e P. bene. — 28. P. xVè si. — 32. MI. sta.

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