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[St. 63-66] libro i. canto vi 127

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63 Il re Gradasso ha sua gente partita
  In cinque parte, ognuna è gran battaglia.
  La prima è de India una gente infinita:
  Tutti son negri la brutta canaglia.
  Sotto a duo re sta questa gente unita:
  Cardone è l’uno, e come cane abaglia;
  Il suo compagno è il dispietato Urnasso,
  Che ha in man la cetta e de sei dardi un fasso.

64 A Stracciaberra la seconda tocca.
  Mai non fu la più brutta creatura:
  Dui denti ha de cingial fuor della bocca,
  Sol nella vista a ogni om mette paura.
  Con lui Francardo, che con l’arco scocca
  Dardi ben lunghi e grossi oltra misura.
  Di Taprobana è poi la terza schiera;
  Conducela il suo re, e quello è l’Alfrera.

65 La quarta è tutta la gente di Spagna,
  Il re Marsilio ed ogni suo barone.
  La quinta, che empie il monte e la campagna,
  È proprio di Gradasso il suo penone;
  Tanta è la gente smisurata e magna,
  Che non se ne può far descrizïone.
  Ma parlamo ora del forte Danese,
  Che con Cardone è già gionto alle prese.

66 Dodeci millia di bella brigata
  Mena il danese Ogieri alla battaglia,
  E tutta insieme stretta e ben serrata;
  La schiera de quei negri apre e sbaraglia.
  Contra a Cardone ha la lancia arestata:
  Quel brutto viso come un cane abaglia;
  Sopra un gambilo armato è il maledetto.
  Danese lo colpisce a mezo il petto.

2. T., MI. e Mr. ogniuna l {ogniuna; g?). — 22. T., MI. e Mr. discretione. — 30-27, P. battaglia; .... frenata, — 81. Mr. omm. ^■. — «2- V-ferÌHce,

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