Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
128 | orlando innamorato | [St. 67-70] |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Boiardo - Orlando innamorato I.djvu{{padleft:138|3|0]]
67 E non li vale scudo o pancirone,
Chè giù di quel gambilo è ruinato;
Or tra’ di calci al vento sul sabbione,
Perchè da banda in banda era passato.
Movese Urnasso, l’altro compagnone:
Verso il Danese ha de un dardo lanciato.
Passa ogni maglia, e la corazza, e il scudo,
Ed andò il ferro insino al petto nudo.
68 Ogier turbato li sperona adosso;
Quel lanciò l’altro con tanto furore,
Che li passò la spalla insino a l’osso,
E ben sente il Danese un gran dolore,
Fra sè dicendo: "Se accostar mi posso,
Io te castigarò, can traditore!"
Ma quello Urnasso e dardi in terra getta,
E prende ad ambe mani una gran cetta.
69 Segnor, sappiate che il caval de Urnasso
Fu bon destriero e pien de molto ardire:
Un corno aveva in fronte lungo un passo,
Con quel suoleva altrui spesso ferire.
Ma per adesso di cantar vi lasso,
Chè, quando è troppo, incresce ogni bel dire:
E la battaglia, ch’ora è cominciata,
Serà crudele e lunga e smisurata.