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134 orlando innamorato [St. 19-22]

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19 Quella gente de Spagna se ne andava
  A tutta briglia fuggendo nel piano.
  Marsilio, nè Grandonio li voltava,
  Anci con gli altri in frotta se ne vano.
  E lo Argalifa le gambe menava,
  E il re Morgante, quel falso pagano;
  Spinella si fuggiva alla distesa:
  Sol Ferraguto è quel che fa diffesa.

20 Lui ritornava a guisa di leone,
  Nè mai le spalle al tutto rivoltava.
  Adosso a lui sempre è il franco Dudone,
  Olivieri e il re Carlo martellava.
  Lui or de ponta, or mena riversone,
  Or questo, or quel di tre spesso cacciava;
  Ma, come egli era punto dai soi mosso,
  A furia tutti tre gli eran adosso.

21 E certamente l’avrian morto, o preso,
  Ma, come è detto, ritornò l’Alfrera.
  Mena il bastone di cotanto peso,
  Al primo colpo divide una schiera.
  Già Guido di Bergogna a lui si è reso,
  Con esso il vecchio duca di Bavera;
  Ma Olivïer, Dudone e Carlo Mano
  Tutti tre insieme adosso a lui ne vano.

22 Chi di qua, chi di là li viene a dare,
  Ciascun li è intorno con fronte sicura;
  Lui la zirafa non può rivoltare,
  Ch’è bestia pigra molto per natura.
  Colpi diversi ben potea menare:
  Re Carlo e gli altri de schiffarli han cura;
  Ma, poi che più non può, nanti a Gradasso
  Con la ziraffa fugge di trapasso.

2. P. fugge ogni Pagano. — 4. P, spaccia 'l piano. — 0. P. quel. — 23. T. e MI. Oliviero e. — 25. MI. e Mr. vene: P. venite. — 30. P. 3/a C.

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