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[St. 31-34] libro i. canto vii 137

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31 Come qui gionge, la porta è serrata,
  Di fuor da quella se odeno gran stride;
  Morta è tutta la gente battizata.
  Non vôle aprir quel portiero omicide;
  Perchè la Pagania non vi sia entrata,
  Comporta che i Pagan sua gente occide.
  Il Danese lo prega e lo conforta
  Che sotto a sua diffesa apra la porta.

32 Quel portier crudo con turbata faccia
  Dice al Danese che non vôle aprire,
  E con parole superbe il minaccia,
  Se dalla guardia sua non se ha a partire.
  Il Danese turbato prende una accia;
  Ma, come quello il vede a sè venire,
  Lascia la porta e fugge per la terra:
  Presto il Danese quella apre e disserra.

33 Il ponte cala lo ardito guerrero;
  Sopra vi monta lui con l’accia in mano.
  Ora di aver boni occhi li è mestiero,
  Chè dentro fugge a furia ogni Cristiano,
  E ciascadun vôle essere il primero.
  Meschiato è tra lor seco alcun pagano;
  Ben lo cognosce il Danese possente,
  E con quella accia fa ciascun dolente.

34 Gionge la furia de’ pagani in questa:
  Avanti a tutti gli altri è Serpentino.
  Sopra del ponte salta con tempesta,
  L’accia mena il Danese paladino,
  E gionge a Serpentino in su la testa.
  Tutto se avampa a foco l’elmo fino,
  Perchè di fatasone era sicura
  Del franco Serpentin quella armatura.

1. P. giunse. — 22. MI. o Mr. Mescolato tnlor seco ; P. Mescolato S coti seco. - 25. P. Giunse.

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