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[St. 47-50] libro i. canto ix 177

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47 E così Astolfo fu licenziato,
  E via cavalca senza altro pensiero.
  Quel re di Circasia molto ha guardato
  L’arme dorate e Baiardo il destriero;
  E ne l’animo suo si ha destinato
  De andar soletto dietro al cavalliero:
  Poca fatica a quello alto re pare
  L’arme ad Astolfo e quel caval levare.

48 De sopra a l’elmo trasse la corona,
  Chè già non voleva esser cognosciuto;
  Lo usato scudo e le insegne abandona.
  Era questo re grande e ben membruto,
  E forte a meraviglia di persona,
  Molto avisato in guerra e proveduto:
  Ma poi racontaremo sue prodece
  Nella gran guerra che a Albraca se fece.

49 Lui segue Astolfo, come è sopra detto,
  Che era davanti bene una giornata,
  E cavalcava via tutto soletto.
  Ed ecco scontra a mezo della strata
  Un Saracin, che un altro sì perfetto
  Non ha la terra, che è dal mar voltata;
  Sua gran virtù conviene che se scopra
  A quella guerra ch’io dissi di sopra.

50 Quel saracino ha nome Brandimarte,
  Ed era conte di Rocca Silvana;
  In tutta Pagania per ogni parte
  Era sua fama nobile e soprana.
  Di torniamenti e giostra sapea l’arte;
  Ma, sopra tutto, la persona umana
  Era cortese, il suo leggiadro core
  Fu sempre acceso di gentile amore.

lo. T. prodezze. — 21}. MI. convene che scopra. — 29. P. giostre. ■ 81. T., MI. e Mr. omm. e.

BoiAHDo. Orlando innamorato. Voi. I. \2

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