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[St. 63-66] libro i. canto ix 181

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63 Ora son mossi con molto furore;
  Nel corso ciascadun sua lancia aresta:
  L’un se crede de l’altro esser megliore,
  E vannose a ferir con gran tempesta.
  Ma Sacripante cadde con dolore,
  Sopra del prato percosse la testa.
  Astolfo quivi in terra lo abandona:
  Il suo destriero a Brandimarte dona.

64 - Odisti mai più piacevol novella, -
  Diceva Astolfo - di questo barone,
  Che se credette levarmi di sella,
  Ed esso ne convien andar pedone? -
  Così ne va parlando; e la donzella
  Gli dice: - Il fiume della oblivïone
  È qui davanti; sicchè, cavallieri,
  Pigliàti al nostro aiuto bon pensieri.

65 Se ogni om de noi non è cauto e prudente,
  Noi siam tutti perduti questa sera;
  Lo ardir, nè l’arma non varrà nïente,
  Chè qui presso a tre miglia è una rivera,
  Che tra’ l’omo a se stesso de la mente:
  Non se può racordar più quel che egli era.
  Onde io mi penso che assai meglio sia
  Tornare a dietro e lasciar questa via;

66 Chè la rivera non si può passare,
  Perchè ciascuna ripa ha uno alto monte;
  Da l’uno a l’altro una muraglia appare,
  Che le due rocche tiene insieme agionte.
  Stavi una dama nel mezo a mirare,
  Sotto una torre, ch’è in guardia del ponte;
  Con una coppa lucida e pulita
  Ciascun che ariva a ber del fiume invita.

16. P. aiuto buon p. — 19. P. ne V armi. — 27. MI. o Mr. nua vìaraviglia] T. e P. altro meravìglia (il Bkrmi: una muraglia).

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